Nuovo episodio di chiusura fantasma sull’Autostrada del Brennero a causa delle inesattezze di Google Maps. E’ accaduto mercoledì 16 ottobre sulla tratta Basso Atesina dell’A22. Chi viaggiava in direzione del Brennero ed aveva attivato navigatori e applicazioni è stato raggiunto dal suggerimento di lasciare l’autostrada ad Egna Ora.

Qualcuno ci è cascato, altri si sono fidati delle segnalazioni sui pannelli a messaggio variabile e hanno proseguito regolarmente fino alla propria destinazione. Altri però sono usciti proprio ad Egna Ora e si sono ritrovati a percorrere un tratto della Statale 12 per poi rientrare in autostrada a Bolzano Sud.
I disagi sono stati limitati perché, memori dell’episodio dello scorso maggio, automobilisti e autotrasportatori non ci sono cascati. Il 30 maggio in migliaia uscirono a Vipiteno perché Google Maps indicava una chiusura dell’autostrada; ne conseguì un mostruoso ingorgo e alla fine fu calcolato che 17.000 veicoli erano passati per la cittadina dell’Alto Adige. L’episodio fece scalpore e provocò anche un intervento del Ministero delle Infrastrutture, alimentando discussioni sull’uso spinto delle tecnologie.

In entrambi i casi, il 30 maggio e il 16 ottobre, l’errore è stato provocato da un’errata interpretazione da parte del sistema: in primavera il divieto era solo per in mezzi pesanti, nel caso autunnale si trattava di un restringimento di carreggiata oppure forse del cantiere in partenza in serata con chiusura dell’entrata di Egna Ora. E’ dovuta intervenire Autobrennero per comunicare a Google il problema, risolto con la mano dell’uomo…

Alla base potrebbero esserci modifiche degli algoritmi dei sistemi che portano a queste incongruenze. Ma tutta la vicenda, come anche quella dei cartelli in Sardegna o del burlone berlinese, fanno riflettere sull’utilizzo delle tecnologie come unico mezzo. Affidarsi sempre e solo ai navigatori non è sufficiente sia per quanto detto in merito ai citati epic fails, sia perché, come spesso sottolineato dai pannelli, “quando guidi guida e basta”.